Pubblicazione a cura del Centro Culturale Il Golfo, La Spezia 2003
(p. 32 s.i.p.)
Premio Il Golfo-Città di La Spezia 2003
Appariva tagliato su misura
il vestito doppiopetto fumo di londra
accerchiato nell'abbaglio dei faretti
nella vetrina, al Corso, fra un tramestio
di gente. Tanto strofini una luce
agli occhi, alle radici nascoste del quadro
e pensi guardando dalla finestra della 312
che tutto è difficile da spiegare
come al bar dello sport.
Il passato è già dietro
come le giornate di lieve pioggia
come l'autunno finalmente dissolto
ma non ancora fresco
dei profumi della primavera.
E sta tutto lì
l'impossibile del giusto incastro,
fra il polso e la mano.
(Roma, 9 maggio 2002)
Il tempo s'oscura, diventa quasi nero
ma qui dicono che non è niente di particolare
qualcuno l'aveva prevista già da giorni
la tormenta, l'assalto che da un punto
all'altro del tragitto accompagna
le macchie di color verde
che accerchiano il cammino delle rotaie.
Sul treno non c'è la forma del sonno
e il senso dell'interrogativo lanciato
allo sguardo del compagno di fronte,
immaginario interlocutore, scivola
come pioggia sui vetri, sorda,
e non è poca cosa sotto gli spilli dei lampioni
dove tutto, in corsa, è quasi bianco.
Tornano e ritornano così gli assoluti,
i paradigmi cognitivi del resto di una somma
la differenza che non regge gli equilibri.
(Roma, 9/11 novembre 2002)
Le spettanze, da quelle no che non puoi esimerti,
dal fare il conto, per poco che sia, a fine mese.
Dare il dovuto e qualche volta chiederti
la misura dell'otre, la giustezza del metro,
la dovizia del merito. Come ricercare
nel segno serale della croce, nell'aria ferma,
la secchezza del tono d'una voce scomposta,
prima lontana, poi più forte
d'un qualsiasi altro imprevisto rumore.
(26 novembre 2002)